Incontro con la Fratellanza Islamica di Gratosoglio
La sera di giovedì 18 gennaio noi, preti della Comunità della Visitazione in Gratosoglio, ci siamo incontrati con i responsabili della Fratellanza Islamica del nostro quartiere. Abbiamo incontrato il presidente Mostafa Laabadi, l’Imam Abdelrahman Missaoui e i coniugi Rabab Mazdagh e Brahim Bkhati, che si occupano, tra le altre cose, dell’educazione religiosa dei bambini della Fratellanza e delle loro famiglie.
C’erano già stati dei precedenti contatti, ma questo incontro ha voluto essere l’inizio di una conoscenza più approfondita e di un fecondo cammino insieme nel quale, a partire dalle proprie specificità, metterci al servizio delle persone del nostro quartiere.
Il tono di questo momento fraterno e gioioso è ben descritto dalla citazione coranica che l’Imam Abdelrahman ha ricordato durante la nostra chiacchierata: «Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo – a meno che esso non stia per uccidere una persona o stia spargendo disordine sulla terra – sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità» (Corano, Sura V,32). Un passo che evoca un noto testo della letteratura rabbinica: «Chi salva una vita salva il mondo intero» (parafrasi sintetica di un detto della Mishnà, trattato Sanhedrin 4,5, uno dei testi fondamentali dell’ebraismo). Questo riferimento al testo sacro islamico può diventare l’anima di una comunione che va oltre i confini delle singole appartenenze religiose. Avremo modo di scoprire, capire e gustare insieme una prospettiva di questo tipo, una prospettiva che è certamente evangelica. Ci siamo per questo ripromessi di ritrovarci in tempi brevi a immaginare momenti insieme di festa e di riflessione, così come la condivisione dell’attenzione ai bisogni del quartiere, soprattutto, dei più poveri.
È uno dei tanti sogni che abbiamo, e che è, innanzitutto, il sogno di Dio… Ci sono delle espressioni cristiane e islamiche che sono pienamente interscambiabili: e così ci siamo salutati con “in šāʼ Allāh” (Inshallah), cioè, “Se Dio vuole/vorrà” … Siamo certi che “Dio lo vuole”. Chissà se anche noi lo vorremo davvero …
Bellissimo inizio di un cammino comune per la pace